Non ci posso credere…

Domenica 13 novembre, ore 10:  stanno per formare il nuovo governo e sento citare solo nomi di maschi-anziani-(esperti?).

E mi assale una infinita tristezza.

Dove sono le brave economiste della Bocconi (e anche di altre università) signor Monti?

Non c’è nessuna donna che potrebbe gestire la sanità dopo  che le donne si occupano dalla mattina alla sera della salute dei cittadini (giovani, vecchi, maschi e femmine)?

Non c’è nessuna donna  che possa gestire l’istruzione, quando giorno dopo giorno le donne portano avanti l’istruzione e la crescita culturale di questo paese (negli asili, nelle scuole, nelle biblioteche, nei musei, ecc).?

Non c’è neanche una donna che può degnamente occuparsi di ‘aggiustare’ lo strazio che sta avvenendo nel lavoro e nella produzione?

Potrei continuare…spero non sia vero.

silvia motta

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4 risposte a Non ci posso credere…

  1. Amalia Signorelli ha detto:

    No , non sono d’accordo. Che ci guadagneremmo ad avere nel governo delle belle tipette alla Tatcher, alla Merkel, alla Marcegaglia, oppure alla ineffabile elegantissima signora che dirige il Fondo Monetario Internazionale? Di queste belle tipette non ne abbiamo già abbastanza? Quanto a quelle di noi che sono del tipo opposto, perché ti aspetti che Monti le scelga? per complicarsi la vita? Non sarebbe meglio farci venire noi un po’ di voglia di fare una vera coraggiosa opposizione? Amalia Signorelli

  2. silvia motta ha detto:

    Cara Amalia, c’è sicuramente una importante verità in quello che dici.
    Cosa ce ne viene – a noi donne e a tutti – se al governo andassero delle donne, pur competenti, ma che si portano dentro visioni e analisi modellate sul pensiero unico maschile/patriarcale? Che non hanno uno sguardo sul mondo a partire da sè, dalla propria specificità e dal proprio sentire? Che nelle altre donne vedono rispecchiata soltanto la debolezza storica delle donne e non la forza e l’autorevolezza che ognuna di noi, se consapevole di sè, può esprimere?
    Niente di buono. certamente. E gli esempi abbondano.
    Io però ti devo confessare che ho un fastidio quasi fisico nel vedere ‘foto di gruppo’ di potenti con soli maschi. E nel vedere che questa ostinata ‘monosessualità’ non crea scandalo e scivola via come se niente fosse (in un mondo, il nostro mondo, dove i sessi sono due).
    Considero “vera e coraggiosa opposizione” anche dare spazio a questi sentimenti e farli pesare. Non per richiedere mortificanti quote paritarie – cosa su cui non sono mai stata d’accordo – ma per esprimere, anche emotivamente, che la cancellazione delle donne non è più tollerabile.
    Ieri, durante la rassegna stampa di Radio 3, ha telefonato una signora che diceva più o meno quello che ho detto nel mio post. Era amareggiata, ma soprattutto arrabbiata, perchè per il nuovo governo venivano fatti solo nomi di maschi. Il giornalista che conduceva la rassegna ha risposto: “Ah, non me ne ero accorto!”.
    Ecco, è a questo non accorgersi, a questa cancellazione profonda della presenza femminile nel mondo che mi ribello (che sia fatta da maschi o da femmine).
    Silvia Motta

    • Amalia Signorelli ha detto:

      Cara Silvia, grazie per la tua pacata e assai persuasiva risposta. E’ che, dopo aver dovuto assistere allo scempio che si è potuto fare delle pur discutibili pari opportunità nei governi Berlusconi, tutto ciò che anche vagamente rinvia all’idea che comunque ‘ donna è bello’, mi preoccupa terribilmente. Mi sembra che abbiamo un doppio problema: quello che giustamente sottolinei tu, della visione e della pratica mosessuata della vita pubblica, della vita politica italiana in particolare; e quello delle differenze tra le donne, differenze di livelli di preparazione, di capacità, di orientamenti etici e politici, ecc. differenze che, mi sembra, mettono in crisi l’idea che purché ci siano le donne, è sempre meglio di quando non ci sono. Non perché gli uomini da soli fanno meglio; ma perché certe donne quando sono presenti e si comportano in un certo modo, legittimano con il loro agire tutti i pregiudizi e i rifiuti e le critiche del peggior antifemminismo e della peggior misoginia. Quello che io rimprovero come donna alle fanciulle e meno fanciulle berlusconiane non sono le loro scelte: è il fatto di non aver difeso scelte proprie, di aver re-incarnato alla grande lo stereotipo del “Sono come tu mi vuoi” : bella, cretina e disponibile; oppure meno bella ma un po’ intelligente e disponibilissima, obbediente; addirittura fanaticamente convinta che l’uomo della provvidenza sei tu, che tu sei infallibile; pronta a seguirti e ad abnegarmi per te; e, beninteso, rimprovero loro di aver dimostrato con i fatti che l’essere ‘come tu mi vuoi’ è la condizione necessaria e sufficiente per le donne per assurgere a autorevoli cariche pubbliche e incassare laute prebende. Brutta lezione per molte donne e per tutti gli uomini.
      Che fare? Essere donne è una condizione esistenziale, morale, politica uguale per tutte, almeno basicamente o almeno in un certo contesto storico, oppure no?
      Non essendo io una ragazzina, è all’incirca dal 1969 che mi vado ponendo questa domanda: e ancora non ho trovato, né nei pensieri né nei dialoghi nè nei fatti una risposta convincente fino in fondo. Vuoi discuterne ? Te ne sarei grata e anche a tutte le altre che volessero intervenire. Amalia Signorelli

  3. Silvia Motta ha detto:

    Cara Amalia,
    visto che tra noi c’è stato questo scambio e che adesso il governo c’è, desidero aggiungere che la mia speranza non è andata del tutto delusa e che la foto di gruppo non è irritante come temevo potesse accadere. Quanto a quel che diranno e faranno le ministre – e nell’insieme tutto questo governo – sto a vedere e ad ascoltare, di nuovo con un po’ di speranza. Alimentata anche dal fatto che per la prima volta in Italia c’è stato il coraggio di attribuire a delle donne dei ministeri di grande rilievo.
    Inoltre, il fatto ad esempio che sia stato unificato il ministero del lavoro e quello delle pari opportunità mi sembra (almeno sul piano simbolico) di grande importanza. Magari mi illudo un po’, ma in questo cambiamento mi piace intavedere la possibilità di scardinare un po’ quella deprimente equazione che è stata fatta negi anni passati tra pari opportunità=donne=ricerca della parità con gli uomini.
    Io penso che le “pari opportunità”debbano riguardare tutti, maschi e femmine e che, per le donne, l’obiettivo della parità con gli uomini sia completamente astratto perchè nega la differenza sessuale (mutuando l’espressione da Ina Praetorius mi verrebbe da dire che l’idea della parità è un “errore del pensiero”).
    Non ne deriva affatto che noi donne siamo tutte uguali e che vogliamo le stesse cose, come giustamente osservi tu.
    Ma qui si apre un altro terreno del discorso che riguarda la nostra presa di coscienza, i nostri desideri, cosa intendiamo quando pretendiamo libertà e autorevolezza nel mondo.
    Tornando alle ministre: ci sarà qualche corrispondenza tra questi miei pensieri e quel che pensano loro? Non lo so. Ma una bella forza mi sembra proprio che ce l’abbiano dentro: sono abituata a guardare molto quello che esprimono i copri, anche in fotografia.

    Silvia Motta

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